Il
toponimo originale con il quale era conosciuto il centro
abitato alle sue origini era quello di "Belvedere". La
fondazione ufficiale si deve ad Ignazio Sebastiano Gravina
Amato, terzo principe di Palagonia. Fu questi che nel 1687
ottenne, dietro sentenza del tribunale del real
patrimonio, l'atto di concessione che gli consentiva di
costruire nei territori del feudo. Dal 1689 Gravina Amato
vi dimorò stabilmente, seguendo la costruzione delle nuove
abitazioni da destinare ai coloni. Già nel 1687 aveva
fatto costruire il palazzo baronale e nel 1693 la Chiesa
di Sant'Ignazio, prima matrice di Piedimonte. A partire
dal 1695, con l'investitura di Ferdinando Francesco,
iniziò per Piedimonte un periodo di grande sviluppo e di
profonde trasformazioni. Al nuovo principe di Palagonia,
che governò Piedimonte per oltre quarantanni, si deve
infatti l'espansione settecentesca e la realizzazione di
una serie di importanti opere pubbliche. Dalla prima metà
del Settecento, con l'apertura dello stradone e la
realizzazione di porta S.Fratello, voluti da Ferdinando
Francesco, si inaugurò per Piedimonte una nuova ed
importante stagione di sviluppo urbanistico e civile. La
denominazione attuale risale al 1862 quando il Consiglio
Civico, su richiesta del prefetto della provincia (che
fece rilevare che in Campania vi era un altro paese con la
denominazione Piedimonte) deliberò che fosse aggiunta la
parola "Etneo".
Piedimonte Etneo oggi:
Oggi Piedimonte Etneo ha una fiorente viticoltura. Vi
operano fabbriche artigiane ed ha un considerevole turismo
estivo.
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