Una delle più
antiche città della Sicilia centrale si estende sulle
pendici del monte Teia e domina la fertile valle del fiume
Salso. Guardando in ogni direzione si può godere uno
splendido panorama, che spazia dai monti circostanti alla
pianura di Caramitia, fino a scorgere a nord-ovest la
sagoma dell’Etna.
La sua remota fondazione è comprovata dai ritrovamenti
archeologici che attestano la presenza di abitati umani
del Paleolitico, Neolitico ed età del Bronzo.
Ad Agira giunse nel I secolo d.C. il taumaturgo siriaco
Filippo, cui è dedicata la chiesa dall’interno a tre
navate costruita nei primi decenni del XIV secolo e
rimaneggiata alla fine del Settecento.
È ancora al patrono San Filippo che la tradizione
attribuisce la fondazione
dell’Abbazia, il cui attuale interno risale alla
ricostruzione avvenuta nel Settecento.
Da una scala nella navata sinistra si accede alla Cateva,
grotta nella quale il santo morì e fu sepolto. Altri
edifici religiosi importanti sono la chiesa di
Sant’Antonio di Padova, eretta nella prima metà del
Cinquecento e ricostruita dopo il 1693, quella del
Santissimo Salvatore, il cui impianto originario risale al
XII secolo, e la chiesa di Santa Maria Maggiore, di epoca
normanna e con l’interno a due navate.
Sulla cima del monte, che doveva essere fortificata già in
età greca, restano le tracce dell’antico castello,
probabilmente una costruzione sveva che era però già
ridotta a un rudere nel XVIII secolo. ©
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