Le
origini di Favara risalgono al periodo dei Sicani. Il
suo territorio, infatti, costituiva una stazione di
questo antico popolo come è testimoniato da preziosi
rinvenimenti di splendidi vasi del paleolitico-sicano,
conservati nel museo archeologico di Agrigento. Durante
il periodo arabo assunse il nome (da "Fawar", che
significa sorgente d'acqua) e fu assoggettato per un
certo tempo dallo Sceicco Hibin-Havvasci. La storia di
Favara si precisa con la costruzione del Castello
chiaramontano realizzato da Federico I Chiaramonte e
dall'agrigentina Marchisia Prefoglio. Attorno al maniero
sorsero molto presto, i primi agglomerati. Giunsero
numerosi coloni che diedero sviluppo all'agricoltura
della plaga favarese. Nel 1391, morto Manfredi III,
ereditava i possedimenti del territorio Andrea
Chiaramonte, e con questi si estinse la famiglia
Chiaramonte. Il Re Martino confiscò i beni dell'illustre
famiglia e diede l'investitura e il Castello
chiaramontano di Favara al nobile Guglielmo Raimondo
Moncada. Il dominio dei Moncada, ebbe, però poca vita.
Il Re Martino punì il Moncada per la sua ribellione e
concesse la baronia di Favara a don Emilio Perapertusa,
che fu anche il primo barone di Favara. Il titolo fu più
volte venduto nel corso del 1400, ma ritornò infine al
Perapertusa. Guglielmo Peraperfusa il 28 gennaio 1494
concesse la baronia in dote alla figlia Lucrezia che
andò in sposa a Giosuè De Marinis, barone di Muxaro. I
De Marinis conservarono il titolo solo per 70 anni,
sebbene con qualche breve interruzione, poi lo cedettero
a Ettore Pignatelli, duca di Monteleone. Gli Aragonesi
Pignatelli Cortes furono gli ultimi signori di Favara,
ma conservarono a lungo il potere (sino al 1812). Nel
1829 vendettero a Stefano Cafisi il Castello che rimase
in possesso di questa famiglia sino a quando è stato
venduto alla Regione Siciliana. Il Castello rimane la
testimonianza storica ed artistica più preziosa che
ancora si trovi nel paese. Purtroppo il maniero ha
subito gravi danni, alcuni assolutamente irreparabili.
Assai ammirata rimane la cappella. Si contano a Favara
molte Chiese di pregevole valore artistico. Nei locali
della biblioteca comunale è annesso un museo di scienze
naturali. Favara dista 12 chilometri da Agrigento ed è
posta ad un'altitudine di 345 metri sul livello del
mare. Fino a qualche decennio fà la popolazione si
dedicava soprattutto all'agricoltura ed alla attività
zolfifera. Negli ultimi anni grande impulso hanno avuto
l'edilizia e l'artigianato. La maggior parte del reddito
rimane, tuttavia, costituita dall'agricoltura e dalle
rimesse degli emigrati. |