Le origini
del Comune di Grotte sono piuttosto incerte. Da notizie
storiche piuttosto frammentarie presenti in diverse
pubblicazioni, e soprattutto dagli scritti di Polibio,
pare che l'attuale nome derivi dallo voce punica "Erbessus"
nel quale idioma essa sta a significare "Mons Foveae",
ossia "Criptae" cioè monte incavato. Di Erbesso si
servirono i Romani durante l'assedio della città di
Agrigento (262 a C) come luogo di deposito di viveri e
di materiale bellico. Anche lo storico Fazello sostiene
che si trattava di un villaggio distrutto dai Romani
nella prima guerra punica. Sappiamo invece, con più
certezza, che Grotte fu terra feudale già sotto gli
Aragonesi. Alterne vicende assegnarono questo territorio
a diversi baroni tra cui i Ventimiglia, i Montaperto, e
la famiglia Grua Talamanca dei Principi di Carini. E'
noto che Don Vincenzo La Grua Talamanca nel secolo
scorso vendette ed assegnò le proprie terre ai vari
creditori. Tra il 1873 e il 1876, Grotte fu al centro
dell'attenzione nazionale perchè un sacerdote, don Luigi
Siarratta, diede luogo ad uno scisma, costituendo una
vera e propria chiesa separata. Il sacerdote falli nel
suo intento, venne scomunicato ed abbandonato dai
seguaci. Si conservano ancora alcune chiese del
settecento la Matrice, la Chiesa del Carmelo e la Chiesa
del Purgatorio. Quest'ultima, in particolare, è quasi
integra. Da ammirare anche la torre ottagonale di stile
arabeggiante e il caratteristico Calvario con le
stazioni della via Crucis illustrate da sedici diversi
pittori. Il Comune è situato in collina, a 546 metri sul
livello del mare. Conta oltre 7500 abitanti. E' un
importante centro minerario. L'attività artigianale è
dedita alla manifattura di articoli di lana.
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