Santo
Stefano Quisquina si trova nella maestosa e amena valle
del Magazzolo. Sorge a 732 metri sul livello del mare e
dista 73 chilometri da Agrigento. Prima della sua
fondazione, alcuni documenti attestano l'esistenza di un
casale Sancti Stephani appartenuto, già nel X secolo
alla famiglia Sinibaldi. Il primo signore di Santo
Stefano, di cui sappiamo il nome, fu Giovanni di
Caltagirone, che visse ai tempi del regno di Federico II
di Aragona (1296-1337). A Giovanni successe il figlio
Nicola, che viene ricordato per avere edificato un
fortilizio a protezione del nuovo casale. Ad Antonio
Caltagirone seguirono Giovanni e Ruggero Sinibaldi.
Quest'ultimo si ribellò al re Martino d'Aragona ed i
suoi beni furono confiscati e devoluti alla Reale
Corona. Ruggero Sinibaldi era sposo di Maria Guiscarda,
parente di Ruggero II, re dei Normanni. Dal loro
matrimonio nacque Rosalia, proclamata santa e patrona
del paese. Nel 1396 divenne signore del paese Guiscardo
de Agljs. Questa famiglia mantenne il potere in città
sino al 1504 quando l'ultima erede, Giovanna, andò in
sposa a Giovanni Larcan e i Larcan divennero i nuovi
baroni del territorio. Nel 1549 Vincenzo Larcan vendette
la baronia e gran parte dei suoi beni al Protonotaro del
Regno di Sicilia, Alfonso Ruiz, che fece dono della
baronia alla madre Elisabetta nel 1574. Essendo, questa,
moglie di Carlo Ventimiglia, nel 1599 ogni diritto
transitò alla famiglia Ventimiglia e Pietro Ventimiglia
(figlio di Elisabetta e Carlo) fu investito della
baronia il 16 settembre 1599. Intanto il casale andava
trasformandosi in un vero paese. I Ventimiglia
dominarono a lungo, sopravvissero ancha ad eventi
luttuosi. Il paese ebbe un particolare sviluppo sotto
Giuseppe Emanuele Ventimiglia. Assunse definitivamente
la denominazione di S. Stefano Quisquina il 4 gennaio
1863. Sono da visitare le belle costruzioni del
Settecento e in particolare la Chiesa del Santuario di
Santa Rosalia, posto in luogo ameno, ricco di
vegetazione e situato tra i monti Cammarata e delle
Rose. Accanto all'eremo si trova la suggestiva grotta in
cui, secondo la tradizione, visse per qualche tempo
Santa Rosalia, il territorio è, in gran parte, adibito a
pascolo. Non manca l'attività artigianale. |