Da qualunque parte si giunga a Troina, la maestosità del
paese antico, posto in alto a oltre 1100 metri sul livello
del mare, è un colpo d’occhio di notevole suggestione. Dal
quartiere storico, detto comunemente “Piazza”, si possono
ammirare panorami veramente unici e indimenticabili: a est
l’Etna con la sua imponenza che quasi intimorisce, a
sud-est il Mar Ionio e la costa lungo il golfo di Augusta,
a nord i boschi dei Nebrodi che si uniscono a est con le
Madonie. Le origini di Troina sono antichissime, ma il
periodo di maggiore splendore risale a quando il Conte
Ruggero d’Altavilla, nell’XI secolo, fece della città la
sua residenza, la sua roccaforte e la base di partenza per
le sue campagne militari. In essa vi costruì la prima
chiesa cristiana dell’isola dedicata alla Madonna e vi
costituì la sede del primo vescovado di Sicilia.
Abbandonate le vie dei quartieri più a valle, la visita
all’antica città normanna comincia subito risalendo le
ripide viuzze che portano fino alla Cattedrale.
La facciata è di stile neoclassico del tardo Settecento,
ma la torre campanaria risale al periodo aragonese, come
dimostra la grande aquila che campeggia sul campanile.
Sotto la torre campanaria, una stradina conduce a un
quartiere tipicamente medievale, chiamato Scalforio (il
cui nome deriva da una parola araba che significa “fuori
le mura”), saggiamente preservato dalle modernità. Ancora
oggi è intatto il fascino delle viuzze e dei labirinti
tipici dei quartieri arabi. Poco oltre la Chiesa Madre è
possibile visitare l’osservatorio del Santissimo
Sacramento, dove è conservata la predella sulla quale papa
Urbano II celebrò una messa nel 1088, quando venne a
Troina per accordarsi con il Conte Ruggero sulla
concessione dell’Apostolica Legatia. Lasciata la città
medievale, con i suoi palazzi nobiliari e le
caratteristiche dimore della gente comune, merita
certamente una visita la zona archeologica di Troina dove
pare sorgesse l’antica città greco-ellenistico di Engyion,
famosa nell’antichità per il tempio dedicato al culto
delle”Dee Madri”. Sono ancora visibili resti delle
imponenti mura. Nel vicino colle detto Muganà, è possibile
visitare una necropoli sicula con tumuli a grotticelle
risalenti al periodo preellenico. Ancora nella zona
archeologica sono visibili i resti della Chiesa della
Catena (di epoca bizantina), edificata su un impianto
termale romano. Sempre a valle della zona archeologica,
fuori del centro abitato, troviamo ciò che resta del
convento brasiliano di San Michele Arcangelo (XVIII
secolo) detto il “Nuovo”, per distinguerlo dall’altro
convento di San Michele, il “Vecchio”, dell’XI secolo, i
cui resti si trovano sul promontorio poco più a valle.
Risalendo verso il paese, vale la pena di fermarsi in un
altro convento, quello di Sant’Agostino, e apprezzare il
suo splendido portico interno.
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