Ferla
deve il suo nome ad una pianta che cresce rigogliosa
nella alta valle dell’Anapo: la ferula. Ricostruita
dopo il devastante terremoto del 1693 in un sito un
po’ più a Nord dell’antico bordo medievale raso al
suolo dal sisma, oggi Ferla presenta un impianto
urbano a croce. La vita del paese è concentrata su
corso Vittorio Emanuele dove si affacciano le chiese
di marcata impronta barocca del paese.
La chiesa più grande di Ferla è San Sebastiano, la cui
facciata è caratterizzata da un variegato gruppo
scultoreo che raffigura il martirio del santo. La
facciata, realizzata tra il 1734 e il 1741, è opera
dell’architetto Michelangelo Di Giacomo. Oltre alla
chiesa Madre, dedicata a San Giacomo, risalente al
1714 su una chiesa preesistente, all’incrocio con via
Braida il sagrato della chiesa di Sant’Antonio, la cui
facciata si caratterizza per le influenze barocche
dell’architetto Rosario Gagliardi. L’edificio però è
in precarie condizioni: presenta una pianta a croce
greca e una cupola ottagonale. La chiesa di Santa
Maria del Gesù, già esistente nel XV secolo, conserva
una scultura marmorea della Madonna col Bambino della
scuola di Antonello Gagini e un crocefisso in legno
del Seicento di Giovanni Pintorno. |