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AREE DEMANIALI ATTREZZATE

denominazione area ubicazione complesso boscato tipologia vegetale

capac.
ricettiva

Menta Burgio S. Adriano Conifere  150
Savochello  Cammarata Ledera Conifere 300
Buonanotte S. Stefano Quisquinia Ledera di S. Stef. Quisquinia Conifere latifoglie 200
Resinata Sambuca di Sicilia Carboj Conifere 120
Monte Sara Ribera Monte Sara  Conifere 200
Canneria/
Ficuzza
Caltabellotta Carboj Conifere  130
Firrio Grotte  Firrio Conifere 70
Fondacazzo Agrigento Pendici di Agrigento Pini-Eucalitti 200
Montallegro Montallegro Costa Domini Pini-Eucalitti 240
Magaggiaro  Menfi  Magaggiaro Conifere 200
Galluzzo Licata  Galluzzo Conifere 200
Monte Cavallo Cianciana Monte Cavallo Conifere  260
Mustolito Casteltermini  Mustolito Pini-Eucalitti 180
Canfuto Bivona Canfuto  Conifere  180
Piana Comune Cattolica Eraclea Monte Sorcio Conifere-Macchia med. 150
Monte Kronio
 
Sciacca Demanio M. Kronio Pini mediterranei 120
         

Isole Pelagie, natura incontaminata

Sperdute nelle acque territoriali più meridionali d’Italia, più vicine all’Africa che alla Sicilia, le tre minuscole isole Pelagie (Linosa, Lampedusa e Lampione) mutuano il loro nome dalla sterminata distesa azzurra che le circonda (pelagos in greco significa “mare”). Troppo piccole ed esposte per servire da base militare, pur trovandosi sulle rotte più intensamente trafficate del Mediterraneo, si sono sempre trovate in una condizione di isolamento che, se da un lato non ha permesso lo sviluppo di un’economia autonoma, dall’altro le ha preservate. Le isole mantengono infatti intatti il loro aspetto selvaggio e la ricchezza della fauna marina e
terrestre. Chiamata Aethusa da Plinio il Vecchio, Linosa è costituita dalla sommità di un  complesso vulcanico spento da circa 2000 anni, le cui falde si inabissano nel mare. Ben poco si sa della sua storia; solo la presenza di circa 150 cisterne scavate nella lava testimonia un’antica presenza romana. Lampedusa appare come un grande banco di roccia inclinato con un profilo costiero ricco di scogli e grotte intervallati da piccole radure sabbiose. Nel
1995 vi è stata istituita la Riserva Naturale per tutelare la scarsa macchia mediterranea superstite e rare specie faunistiche, come i colubri lacertino e dal cappuccio, due rettili di origine africana, e la tartaruga
marina (Caretta caretta), che depone le uova sulla spiaggia dei Conigli.
Lampione non è altro che un minuscolo scoglio sormontato da un faro.

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VIAGGIANDO E CURIOSANDO

A Palma di Montechiaro è possibile acquistare i “mandorlati del Gattopardo”, dolci confezionati, basandosi su ricette di antichissime origini, nel monastero delle Benedettine del Santissimo Rosario, che venne fondato nel 1657
dai duchi di Lampedusa. Chi arriva fino al convento benedettino può visitare l’attigua chiesa in stile barocco.
Le case di Linosa. Squadrate, con il tetto piatto. E coloratissime. Giallo
ocra e rosso intenso, ma anche bianche e azzurre. È in queste allegre abitazioni che i proprietari affittano camere ai turisti durante tutto il periodo estivo. Il teatro di Racalmuto, il Regina Margherita, costruito sul modello
del Massimo di Palermo, era molto caro a Leonardo Sciascia, che ne
sollecitò i restauri dopo che il meraviglioso teatro all’italiana era stato
trasformato in cinema e poi dimenticato.
Riaperto nel 2003 dopo i restauri e una chiusura lunga quarant’anni, ne è oggi direttore artistico Andrea Camilleri. Stesso percorso ha compiuto Licata che dopo anni ha riconquistato il suo Teatro comunale Re Grillo.

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QUATTRO PASSI IN PROVINCIA

Agrigento e la Valle dei Templi Con il nome di Akragas la città fu fondata
nel 581 a.C. dai coloni rodii e cretesi di Gela, e in poco tempo diventò uno dei centri più importanti della Magna Grecia,  secondo in Sicilia solo a Siracusa. Gli edifici della Valle dei Templi vennero costruiti in massima parte nel V secolo a.C., tutti in stile dorico e usando come materiale la calda pietra calcarea locale: vederli oggi confondersi da lontano con il suolo sul quale sorgono, elementi del tutto naturali del paesaggio circostante, ne rende incredibile l’originaria coloritura, comune a tutti i templi greci. Il santuario
giunto fino ai nostri giorni in condizioni migliori, grazie alla riutilizzazione come chiesa cristiana nel VI secolo d.C., è il tempio della Concordia. Il tempio di Giunone Lacinia, periptero esastilo come il precedente, con 25 colonne superstiti, era il luogo destinato alla celebrazione dei matrimoni; pochi sono invece i resti di altri edifici, come i templi dedicati a Giove Olimpico, uno dei più grandi dell’architettura greca, e Vulcano. È il caso anche del tempio dei Dioscuri, le cui quattro colonne architravate rimaste in piedi sono però divenute il simbolo della città. I reperti rinvenuti ad Akragas e nel territorio circostante sono conservati nel Museo Archeologico, istituito nel 1967 in un’area in cui gli scavi hanno riportato alla luce altre tracce dell’antichità, come l’ekklesiasterion, struttura simile a un teatro usata per le adunanze popolari, e il quartiere ellenistico-romano. Il centro storico della città odierna si estende a nord della Valle dei Templi: alla fine del VII secolo d.C., infatti, la popolazione abbandonò la vallata per insediarsi sull’altura dell’acropoli. L’aspetto del nucleo storico, percorso da un labirinto di vicoli che si aprono in cortili e piazzette, si deve al periodo della dominazione araba, che ha lasciato in eredità anche numerosi toponimi. Sull’arteria principale, via Atenea, sono allineati chiese e palazzi stilisticamente
eterogenei. A nord sorge la Cattedrale, la cui edificazione ebbe inizio alla
fine dell’XI secolo: intitolata al santo vescovo Gerlando, fu nei secoli successivi più volte ampliata e rimaneggiata, come rivela la sovrapposizione di elementi barocchi a stilemi gotico-chiaramontani e normanni.
Da vedere anche la chiesa di San Nicola, nei pressi del Museo Archeologico, Santa Maria dei Greci, costruita sui resti di un antico tempio dorico, e il monastero di Santo Spirito, nella parte orientale della città, sede dei Musei civici.
Sciacca, fra le terme e il mare Posta lungo la strada che collega Agrigento
a Selinunte, Sciacca è una delle più antiche città siciliane: fu fondata nel VI
secolo a.C. dai Selinuntini, che ne fecero la loro stazione termale, ed è proprio alla qualità e all’abbondanza di acque e fanghi che ha legato nei secoli gran parte della sua fama. La città, noto centro di lavorazione della ceramica, si sviluppa su una serie di terrazze naturali che scendono verso il mare e conserva l’impianto urbano risalente al periodo arabo e normanno.
Il centro di oggi è piazza Scandaliato, affacciata sul mare, sulla quale sorgono la settecentesca chiesa di San Domenico e il collegio dei Gesuiti, attuale sede del Municipio; poco distante si trova il Duomo, costruito nel 1108 e riedificato nel 1656. Oltre via Licata si incontra Terravecchia, l’antico quartiere medievale, mentre il terrazzamento che dal molo sale ripido verso il centro cittadino è il quartiere dei pescatori e dei vasai ceramisti.
Meritano una visita lo Steripinto, palazzo dal bugnato a punta di diamante costruito nel 1501 in un originale stile siculo-catalano, e la chiesa di
Santa Margherita, con il bel portale gotico-rinascimentale ornato con statue diFrancesco Laurana.

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